Entro il 27 luglio 2025 possono unirsi all’azione collettiva singoli e associazioni che hanno riscontrato analoghe illegittimità.

Il 7 marzo 2025 sono stati presentati al TAR del Veneto due ricorsi collettivi contro le Questure di Venezia e Vicenza, accusate di ritardi sistematici nell’accesso alla procedura di protezione internazionale. A promuovere i ricorsi per l’efficientamento della Pubblica Amministrazione sono alcune organizzazioni della società civile attive nella tutela dei diritti dei migranti e, nello specifico, dei richiedenti asilo: ASGI, Emergency, Lungo la Rotta Balcanica e CADUS per il territorio di Venezia; ASGI e CADUS per quello di Vicenza.

Cosa prevede la legge e cosa succede davvero

Secondo quanto stabilito dalla normativa italiana ed europea, le Questure sono tenute a formalizzare la richiesta d’asilo – attraverso la compilazione e registrazione del cosiddetto modulo C3 – entro tre giorni lavorativi dalla manifestazione di volontà. Questo termine può essere esteso per ulteriori 10 giorni solo in caso di arrivi eccezionalmente “consistenti e ravvicinati”, come previsto dal D. Lgs. 25/2008.

Le Questure, in questa fase, devono limitarsi a raccogliere e registrare la domanda, senza valutare il merito della richiesta, che sarà successivamente esaminata dalla competente Commissione territoriale. Nonostante il chiaro dettato normativo, i termini di registrazione e formalizzazione della domanda di asilo da parte delle due Questure venete vengono sistematicamente violati.

Un problema nazionale

Quello di Venezia e Vicenza non è, infatti, un caso isolato. Le prassi illegittime, le inefficienze e i ritardi da parte delle Questure nell’accesso alla procedura d’asilo sono fenomeni ampiamente documentati su scala nazionale.
Nel corso del 2024, diversi report – tra cui “Mappatura delle prassi illegittime delle questure italiane” (ASGI) e “Attendere prego: report sugli ostacoli nell’accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale in Italia” (IRC, INTERSOS, ASGI, NAGA, Associazione Mutuo Soccorso e Le Carbet) – hanno denunciato ostacoli sistemici e diffusi che impediscono ai richiedenti asilo l’effettivo esercizio dei propri diritti.

Le conseguenze per chi chiede protezione

Quando le Questure non registrano tempestivamente la domanda di asilo le conseguenze per i richiedenti sono gravi e immediate. Senza una ricevuta o un permesso per richiesta d’asilo:

  • si rischia l’espulsione dal territorio nazionale
  • si resta esclusi da diritti fondamentali come l’accoglienza, per cui spesso si è costretti a dormire all’addiaccio
  • non si può procedere all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale
  • non si può accedere al lavoro e registrarsi all’anagrafe

La voce di ASGI, EMERGENCY e CADUS

“Questa class action nasce da una constatazione: quando la violazione del diritto a chiedere asilo è sistematica, agire per la tutela dei singoli non è sufficiente. L’azione collettiva permette di evidenziare che la pubblica amministrazione non rispetta in maniera generalizzata i propri obblighi nei confronti delle persone che chiedono protezione, ledendo gravemente ai loro diritti fondamentali.” – ASGI

“Abbiamo deciso di sostenere questa azione collettiva perché negare o ritardare l’accesso alla procedura d’asilo costituisce una palese violazione di diritti fondamentali e mette a rischio la vita e la dignità delle persone. – Dichiara Marco Latrecchina, coordinatore del progetto Nessuno Escluso di EMERGENCY – A Venezia e Vicenza, come purtroppo in altre città italiane, i ritardi nella formalizzazione delle domande d’asilo sono diventati prassi consolidata. Questo comporta conseguenze concrete per le persone che si ritrovano in una condizione di minore tutela e di accesso limitato alle cure offerte dal Servizio Sanitario Nazionale, in contraddizione con i principi enunciati dalla nostra Costituzione. Attraverso il ricorso, chiediamo che l’accesso alla procedura d’asilo sia garantita a ogni individuo nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge nel rispetto del principio di equità e dei diritti.”

“Da 10 anni a questa parte, stiamo assistendo alla svalutazione del diritto d’asilo, per decenni il paradigma dei diritti umani – dichiara Marco Ferrero, Presidente della camera nazionale degli avvocati per i diritti umani e degli stranieri (CADUS) – Quando la violazione è sistematica, non sono in gioco solo i diritti umani delle persone ma la tenuta stessa dell’ordinamento costituzionale democratico.”

I ricorsi

Attraverso i ricorsi depositati, le organizzazioni chiedono al Tribunale Amministrativo Regionale di ordinare alle Questure di Venezia e Vicenza di ripristinare la funzionalità amministrativa e di adottare le misure necessarie per garantire il rispetto dei termini di legge e dei diritti delle persone che intendono richiedere protezione.

È possibile l’intervento nell’azione collettiva di singoli e associazioni che abbiano riscontrato lo stesso problema nelle Questure di Venezia e Vicenza. Per farlo sono necessari l’assistenza di un legale e la presentazione di un atto di intervento notificato a tutte le parti del giudizio e depositato entro il termine ultimo del 27 luglio 2025.

I ricorsi sono stati iscritti con il numero RG 392/2025 quello nei confronti della Questura di Vicenza e 393/2025 quello nei confronti della Questura di Venezia, la data di udienza è fissata per il 17 settembre 2025.

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a: ASGI s.ariello@asgi.it; Ufficio stampa EMERGENCY sabina.galandrini@emergency.it e alessandra.vardaro@emergency.it; CADUS presidenza@cadus.it